Spinarello
![Ghiozzo](https://www.laroccadasolo.it/wp-content/uploads/2023/10/Ghiozzo.png)
Carta d’identità:
Ordine: Perciformi
Famiglia: Gobidi
Lunghezza massima: 10 cm
Ambiente: acque correnti e poco profonde con fondo ciottoloso
Tecniche di pesca: passata
Descrizione: gli adulti di questa piccola specie misurano in media 7 cm e di rado superano i 10. Raramente raggiunge tre anni di età (G. Gandolfi et al., 1991). La testa è relativamente grande rispetto al corpo, con profilo obliquo. Il colore di fondo è marrone-verde. La bocca è mediana, con grandi labbra carnose. Si distingue dal congenere nigricans per la mancanza di canali cefalici e per la presenza sui fianchi di strisce verticali. SL 29-43, DI VI, DZ I/9-10, A I/6-8, P 13-15.
Ecologia: si trova in corsi con acque correnti e poco profonde, il cui fondo è di regola costituito da ciottoli. Entrambi i sessi sono territoriali. Il dimorfismo sessuale di questa specie è principalmente a livello delle dimensioni e della forma della papilla genitale, che è conica nei maschi e biloba nelle femmine. Durante il periodo riproduttivo il maschio mostra una striscia azzurra cangiante sul margine posteriore della prima pinna dorsale. Il rituale di corteggiamento è piuttosto complesso e con emissioni acustiche. Queste sono state rilevate sia nel maschio sia nella femmina come segnale di minaccia e durante la difesa del territorio (P. Torricelli & R. Romani, 1984 e 1986). La deposizione inizia nella tarda primavera e il numero di uova prodotto è di alcune centinaia, ma può variare in i-apporto all’età e quindi alle dimensioni della femmina. Il maschio difende il sasso cui sono fatte aderire le uova di forma ellittica, che accudisce fino alla schiusa. Di solito i maschi fecondano e curano uova di una sola o poche femmine e gli individui normalmente non si riproducono una seconda volta. Probabilmente la specie si riproduce una o al massimo due volte l’anno. Si ciba principalmente di larve e pupe di Ditteri, Efemenotteri e Tricotteri e anche di insetti adulti caduti nell’acqua. Entrambi i sessi di questa specie esercitano un territorialismo individuale a funzione trofica.
Origine e distribuzione: il Ghiozzo padano è originario del distretto padano-veneto. L’introduzione accidentale nel Fiume Amaseno, in provincia di Latina, è stata segnalata nel 1986 (S. Zerunian & G. Gandolfi), probabilmente frammisto a materiale da semina proveniente dall’Italia settentrionale.
Sistematica: per quanto riguarda la nomenclatura, G. Gandolfi & P. Tongiorgi (1973 e 1974) stabilirono che Padogobius lnartensi fosse il nome corretto per questa specie e considerarono bonelli come nomen oblitum perché non utilizzato nel corso degli ultimi 60 anni. Quest’opzione del Codice di Nomenclatura zoologica era, in effetti, utilizzabile (ma non obbligatoria) tra il 6 novembre 1961 e il 1 gennaio 1973, ma la prima delle due pubblicazioni citate apparve solo nel corso del 1973 e quindi bonelli resta l’unico nome valido per questa specie (M. Kottelat, 1997).