Il Muson di Castelcucco
Il Torrente Muson di Castelcucco è uno dei due rami principali che generano il Torrente Musone, nasce dalle colline di Castelcucco e si unisce al Muson di Monfumo in località Casonetto. Il tratto dalle sorgenti alla intersezione con via Collalto, pur non avendo una portata importante, gode di una buona qualità dell’acqua ed è ben popolato da trote fario e da qualche cavedano. Con un po’ di fortuna ed una vista aguzza si può scovare anche qualche raro esemplare di gambero di fiume. Il tratto a valle, a causa di qualche scarico urbano, non gode purtroppo di un’altrettanto buona qualità dell’acqua anche se, le successive confluenze del Torrente Val Maor e del Torrente Bodelago, ne diluiscono gli inquinanti aumentandone la portata. Grazie alla maggiore profondità delle buche ed alla larghezza dell’alveo che in alcuni tratti raggiunge i 5 metri, possiamo incontrare esemplari anche notevoli di barbo, cavedano e trote che superano in alcuni casi i 35/40 centimetri.
Ad esclusione del tratto in prossimità delle sorgenti, le sponde sono relativamente libere da vegetazione, pertanto non siamo costretti a limitare la lunghezza della canna, tra le tecniche più indicate vi sono senza dubbio la passata con galleggiante leggero oppure con una spiralina da massimo 3 grammi. Come esca possono rendere bene una o due larve da miele innescate su ami non troppo generosi e monofilo non superiore allo 0.16 per garantire una presentazione naturale dell’esca. Vicino alla confluenza è diffusa la presenza di folti branchi di sanguinerole che possono far divertire gli appassionati di pesca con canna fissa, armata con terminali sotto allo 0.12 ed ami del 18/20; anche la dimensione dell’esca sarà di conseguenza molto ridotta, ottima può essere la mollica di pane ammorbidita con del latte, che aiuta a mantenere l’impasto incollato all’amo.
È proprio da una mappa del Territorio Asolano e dei torrenti che in esso vi scorrono, che inizia questo libro, per fornire subito un’idea di quanti piccoli corsi, anche poco conosciuti, sia composta la rete idrogeologica del nostro territorio che idealmente è una sorta di “terra di mezzo” tra i due ben più grandi e blasonati bacini del Piave e del Brenta.